Raglio
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L'inizzio e la parte triste della nostra soria
Commenti : 7
heidiepeter il 23-Ago-2011 in Generica
Dalla primavera 2006 mi occupo di asini qui sull'isola di Lesvos in Grecia, tutto ha cominciato chiedendo a un contadino mio vicino se potevo avere la sua asina per diserbare il mio giardino.
Lui me ne porto' un' altra di cui non aveva più' bisogno, così' arrivo' Heidi, il mio primo amore, ho passato giorni ad osservarla e fare la sua conoscenza; a guadagnarmi la sua confidenza, a farmi affascinare.Mi sono armata di letteratura, libri, internet, cercando di saper il più' possibile per offrirle il meglio.
Importante mi è sembrato che essendo un animale da branco, che lei abbia bisogno di compagnia. Visto la morte del vecchio panettiere del villaggio è entrato Peter nella nostra vita. Peter, passato una vita legato, se non al lavoro, ha girato per tutta la prima giornata il nostro terreno quasi non accorgendosi di essere tallonato da Heidi che disperatamente cercava di attirare la sua attenzione.
Dal giorno seguente i due hanno lavorato un sacco sul loro rapporto di copia e in breve tempo hanno stabilito un affiatamento perfetto.
Questo ormai ben collaudato é andato oltre la morte, quando il 31.10.10 mori' Peter a ca. 35 anni così' di colpo, senza preavviso, - a parte che il giorno prima, felice e contento come sempre, ha appoggiato il suo testone a lungo sulla mia spalla mentre ero seduta, la mattina dopo l'ho trovato a terra al entrata della stalla, così', come caduto di colpo.
Heidi lo ha seguito il 4 di Dicembre, forse non ho capito il suo avviso, l' ho trovata un sabato mattina a terra vicino allo steccato, come Peter sembrava caduta di colpo. dopo la morte di Peter era rimasta molto attaccata agi altri, non dava segno di grande dolore, forse perché sapeva già tutto.
Per me é sto molto dura, loro erono i miei bimbi e avevo passato tanti bei momenti con loro.
II 9.9.10 era morto anche Gavrilos, era stato con noi solo da Luglio e aveva una gamba lesa, le sue condizioni non erano buone, per aver poi solo 14 anni; ebbe una colica e su consiglio del nostro Veterinario gli facemmo l'eutanasia.
Cassandra é arrivata in Agosto '10 e mori' col suo bel testone nelle mie braccia il 2 di Febbraio di quest'anno, era in cattive condizioni, troppo tardi scoprimmo che aveva il diabete, mi sino sciolta in lacrime sul suo corpo, per me il dolore era immenso, se ne andò' il quarto dei miei tesori in breve tempo.
Credo di trovare da voi Raglisti il massimo di comprensione di quanto mi s'é spappolato il cuore e spezzato l'anima in questi mesi.
La mia consolazione é di avere dato a questi animali vecchi o ammalati un bel ultimo atto della loro vita.
E visto che il mio "target" é di occuparmi di asini vecchi e ammalati devo saper gestire questa tristezza e seppellire loro nel profondo del mio cuore.


Ci Sono Ancora....
Commenti : 4
PUNDRA il 23-Ago-2011 in Generica
Un saluto volante e asinante a tutti, ci sono ancora e anche Blu e caffè ci sono ancora sto cercando di inserire fotyo e magari anche un video per questo fine settimana. Ho avuto problemi a casa l' età dei vecchietti aumenta, mentre i ragazzi si comportano alla grande... Il lavoro da giardinieri soddisfa sia loro che me, coem da insegnamenti di Mora nell' ultimo raduno, (è già passato un anno...) Ho iniziato a fare qualche giro, l' eliminazione dei giogielli di famiglia è saltata, ritardo del veterinario, che senza l'antitetanica non li voleva fare poi una volta effettuata eravamo ad Aprile/Maggio, ho preferito attendere il fresco del prossimo inverno. In compenso il fieno è stato messo in cascina, i ragazzia pascolano a campo libero, anche se Blu con un movimento da ballerino di limbo, riesce ad uscire dal recinto, passa in pratica tra le due staccionate, peccato non aver avuto la videocamera altrimenti si poteva commentare insieme, comunque un contorzionista... Fatto sta che l' altro giorno era in strada e puliva i cigli della strada, ho pensato magari cercava di farsi vedere dal sindaco o qualche persona del comune per una raccomandazione... Caffè non lo ha seguito è rimasto a guardare sembrava dirgli "ma dove vai??? Chi te lo fà fare..." Sono giornate ed esperienze che non hanno prezzo, la sera quando rientro con lo scooter riconoscono il rumore e mi vengono a salutare, i ragli iniziano ad essere frequenti nell' orario della pappa... Se ti dimentichi te lo ricordano loro... Comuqnue è sempre un piacere ritrovarvi spero di essere più frequenti nei commenti ora, anche se Settembre non sarà un mese facile cercherò di tenervi aggiornati. Raglia che fa è in ferie? Un salutone a tutti benritrovati, mi siete mancati non vedevo l' ora di salutarvi, un salutone a Cacaone, Rasti, Mora, Al Capo, e Ciucolandia tanti complimenti, Garzingo e consorte, Msgis, a Deragliando ad Alessia e insomma ai nuovi arrivati che non ho avuto il piacere di dare il mio welcome, e a tutti quanti i partcipanti della community. Capo la maglietta sempre in vacanza con me ho esportato Raglio.com in Basilicata, Puglia, a presto foto, e ci si vede per il raduno con piacere al tranch margherita che non ho visto ancora e così raduno e visita al parco due piccioni con una fava... Ragliamente Pundra
berto può avercela fatta?
Commenti : 4
berto. il 19-Ago-2011 in Generica
parliamo di un puledro che ha quasi 2 anni ora,può avere ingravidato la mie femmine in marzo quando aveva 1 anno e 6 mesi?da 2 forse 3 mesi non vanno in calore entrambe ed il maschio sembra non essere interessato più di tanto a loro,mentre prima le mordeva e cercava di montarle
Auguri Ciucolandia
Commenti : 8
ciucoweb il 05-Ago-2011 in Generica
‎4 anni fa iniziava il sogno Ciucolandia che oggi è una realtà!!!!
Ferie.
Commenti : 3
garzingo il 05-Ago-2011 in Generica
A chi arriva,a chi parte e a chi resta,BUONE E RILASSANTI FERIE a tutti quelli che hanno da 2 gambe in su! ! ! ! !
22 gambe in cammino
Commenti : 17
platero il 02-Ago-2011 in Generica
Non sono i tocchi della campanella issata sul basto, perché il battacchio è avvolto e bloccato in un telo, ma sono i battiti forti del mio cuore che sento agitarsi mentre li scorgo da lontano.
Lei, la mula, è davanti con Hugo, il ragazzo, con ai lati i due cani e un po’ indietro c’è lui, l’asino, con Cindy, la ragazza dalla gonna alzata, e infine, proprio dietro alla campanella messa a tacere, ecco far capolino anche Rosalie, la gallina.
Non ci siamo mai incontrati, ma la variopinta tribù mi scorge e mi riconosce, dal mio sguardo colmo di emozione mentre li guardo dal finestrino della mia auto.
Li guido verso un prato, che però è recintato, e allora ci fermiamo al di là della strada, in uno slargo con un po’ di ombra, un po’ d’erba, e una scala di cemento che caratterizzerà la nostra sosta, il nostro incontro, l’inaspettato desco.
La mula e l’asino, Fifì e Gaspard, aspettano pazienti.
Tocco subito i loro musi, incrocio il mio sguardo con il loro sguardo profondo, guardo il loro carico e provo riconoscenza. La ragazza magra col cappello con i nastri colorati scarica dal basto dell’asino la cesta, solleva la reticella di metallo e dal giaciglio di fieno la gallina bruna e rossa salta fuori per sgranchirsi. Poi la ragazza sale la scala, raggiunge Space e Island, i due cani accucciati all’ombra, sui gradini più alti, e sfila loro il bagaglio, una sorta di zainetto, che contiene la loro parte di carico. Apro la scatola di biscotti per cani che ho portato e ne offro qualcuno.
Intanto il ragazzo prende il secchio di tela gialla e va a cercare acqua, ma non ne trova e ritorna col secchio vuoto. L’asino e la mula non berranno, non per ora, mentre la ragazza versa da una borraccia in una vaschetta di nylon un po’ di acqua per dissetare Rosalie. Non avevo mai osservato una gallina bere. Questa gallina aveva molta sete. Non posso dire che siano uguali, ma le fusciacche attorcigliate attorno al cappello della ragazza mi sembra che facciano pendant con le piume della gallina. La cesta viene posata qualche scalino più in basso dei cani. Rosalie si affaccia da sotto il telo che copre la cesta. La ragazza scende la scala.
Gaspard si spaventa per qualcosa che noi non percepiamo e urta un’auto parcheggiata. La ragazza si agita un po’ e richiama a gran voce il suo compagno. Questi accorre, è un po’ contrariato. Lo so, di solito non si fermano per pranzo, ed io ho portato pane francese, cacio e vino e li ho fatti fermare. Ma ho le carte dei percorsi, e devo spiegar loro dove passare. Il bagaglio viene scaricato dal basto di Gaspard. E’ un basto in legno, costruito da Hugo, un bastino da trekking “leggero” come se ne vedono spesso in Francia. Ma questo non è un trekking leggero e penso che il gran carico comprima il torace dell’asino. Ha due sottopancia, un pettorale e una braga imbottita da uno spesso manicotto di pelliccia. Sulla sommità dell’arcione c’è una campanella, fusa appositamente con impressa la data della partenza e l’indirizzo del loro blog: un dono di qualcuno che ha voluto accompagnarli col pensiero. Forse il primo dei doni.“ Da quando siamo in viaggio non c’è stato un giorno senza un dono” mi dice Cindy con gli occhi verdi raggianti di gioia.
Fifi è una mula di dodici anni, baia, non molto alta, tranquilla, e bruca l’erba polverosa dello spiazzo, con su il basto carico. Lei non c’era alla partenza, due mesi mezzo fa, ma si è aggiunta alla carovana durante il viaggio, quando Gaspard proprio non ce la faceva più a portare da solo tutto il carico e quando la sua nostalgia per il suo compagno rimasto a casa lo rendeva triste e poco volonteroso. Josephine, detta Fifi è stata acquistata in Francia ove lavorava come terapeuta con bambini tristi o troppo agitati. Si avvicina un uomo, alto, incuriosito. Osserva la mula, osserva il basto (che non si vede bene al di sotto dei borsoni e dei sacchi), saluta cordialmente i ragazzi, poi si permette un’osservazione, che riassumo così: “se posso darvi un consiglio…dovreste caricare i bagagli più in alto, non così laterali, perché con questo tipo di basto ove il peso non viene ripartito su un guscio rigido, il carico comprime lateralmente la cassa toracica della bestia” . Hugo pare ascoltarlo, un po’ infastidito, poi obietta che il carico basso va meglio perché abbassa il baricentro. Io penso che abbia invece ragione l’uomo alto, che si scusa velocemente per la sua osservazione e si allontana. Io gli sorrido e mi dice, quasi a scusarsi ancora, che lui ha lavorato con i muli per soli 20 anni! Io penso che andrò a cercare anche lui.
Ora siamo tutti sulla scala, tranne Gaspard e Fifi. Prendo le carte che ho portato, sulle quali segno i sentieri, i percorsi, i paesini che dovranno raggiungere. Ma non sono cartine molto chiare, e la zona che interessa a loro in realtà io non l’ho mai percorsa a piedi. Non so quanto potranno seguire queste indicazioni. Hugo, al quale spiego e illustro, non mi chiede nulla, mi sembra persino che non guardi la carta che gli apro davanti (eppure è per questo che loro mi hanno cercata, telefonandomi,dopo aver chiesto indicazioni ad un veterinario che li ha indirizzati a me).
Sulla scala Cindy è alle mie spalle, ma è a lei che voglio rivolgere le tante domande che da tempo mi pongo. Le domande che non ho potuto fare a Magalì, né a Stephanie, perché le conosco ma non le ho mai incontrate. Mi volto e dal suo gradino Cindy mi dice come tengono aggiornato il blog (ogni tanto in un Internet Point o quando ospitati da qualcuno che ha la connessione ad Internet), come riescono a lavarsi, ogni tanto (quando qualcuno consente loro di andare in casa e farsi una doccia), come ricaricano la batteria del cellulare (con un pannellino fotovoltaico), come trovano ogni sera il fieno (non lo trovano, si fermano nei prati e Gaspard e Fifi mangiano erba). Mi piego verso il basso, dallo scalino sotto al mio Hugo mi dice dove stanno andando (in Grecia, ma la meta non importa, importante è il viaggio), e quanto contano di stare in giro (due o tre anni, perché in Inverno si fermeranno a lavorare in qualche cascina per avere il fieno quando nei prati non ci sarà più erba).
Mi alzo, faccio altre foto (già da subito avevo chiesto il permesso), Cindy scende la scala, mi chiede di scrivere un commento sul loro blog. Le prometto che lo farò, le dico che io vado spesso su un sito italiano di asini e asinari e le scrivo su in foglietto l’indirizzo www.raglio.com; le chiedo se mi autorizzano a scrivere di loro e a pubblicare qualche foto: mi rispondono con un “sì” entusiasta e mi dicono che qualche giorno prima sono stati intervistati per una trasmissione su Rai3.
Poi anche Hugo si alza, raccoglie il cibo rimasto e ritira la bottiglia di vino che non abbiamo aperto e il vaso di vetro con il minestrone che scalderanno la sera nella loro tenda tipì.
Caricano Gaspard: Cindy mi mostra una piccola tenda, e mi dice che la piazzano quando piove per ricoverare Space, Iceland e Rosalie. In cambio di queste attenzioni i due cani camminano fedeli al fianco di Hugo e fanno la guardia all’accampamento e Rosalie puntuale regala un uovo ogni giorno. In cima al basto, dietro alla campanella, fissano la cesta con Rosalie.
Cindy sale la scale, fa indossare ai due cani i loro zainetti. E insieme ridiscendono. Hugo li prende al guinzaglio, che fissa alla propria cintura. Poi sistema il filetto nella bocca di Fifi e la tiene alla longhina. Intanto Cindy, esile libellula con cappello e occhiali, si avvicina a Gaspard. Mi ringraziano. Ci salutiamo con un abbraccio. Li guardo andare. Due giovani coi loro cani, con un asino, una mula e una gallina. Con tanta strada e tanta vita davanti a sè. E io resto lì. Con un’auto parcheggiata e tanta strada, tanta vita alle spalle. Per giorni non riesco a scrivere questa storia.
Poi lascio questo commento nel loro blog:
“ciao! dopo che ci siamo salutati e che avete ripreso il cammino il mio cuore ha continuato a battere forte forte. Vi guardavo andare, piccola carovana di amici, colorata scia di allegria e di fatica, ostinata volontà e sinergia di intenti. Vi guardavo andare, suonatori di Brema ondeggianti come le balze della gonna di Cindy, come la cesta di Rosalie, issata in cima al basto di Gaspard. Vi guardavo andare e sapere che in tasca avevate le cartine dei sentieri che ho cercato di illustravi, sapere che alla sera avreste scaldato il minestrone che ho preparato per voi, un poco mi consolava. Vi guardavo andare e io restavo.
E il mio cuore rallentava. Come se vi avessi affidato il mio sogno. Come se voi lo realizzaste anche per me. Ma non è così: Cindy all'improvviso si è voltata, è tornata indietro, due passi, di corsa, mi ha abbracciata e mi ha fatto un augurio. E io mi son ripresa il mio sogno, il sogno del mio viaggio con il mio asino. E il mio cuore ha ripreso a battere forte forte, come la campanella issata sul basto di Gaspard. Fate buon cammino, Cindy, Hugo, Gaspard, Fifi, Space,Island e Rosalie, vi penserò e magari un giorno ci ricontreremo.”



arrivederci Marta
Commenti : 5
muttley il 01-Ago-2011 in Generica
la malattia di marta è stata una grande lezione di vita e solidarieta. marta non si è mai arressa a la malattia, ha lottato fino alla fine. è stata una combattente. le sue due compagne nina e carmela le sono state affianco in modo continuo allontanandosi solo per mangiare e bere. un'imagine che mi porto nel cuore è quella che ho vista una notte verso le 4:30. scendo nel recinto, marta durante il giorno si era sdraiata sotto gli alberi e avevamo deciso di lasciarla lì. da lontano non vedevo carmela e più mi avvicinavo più mi preoccupavo, accendo la torcia e la punto verso il cielo, allora la sorpresa : marta sdraiata dov'era il pomeriggio, carmela sdraiata al suo fianco, nina poco più dietro guardando verso il boschetto in atteggiamento di guardia. ho spento la torcia sono rimasti lì un po distante a contemplare questa scena di amore asinino. potessimo noi umani un giorno imparare da loro. grazie marta
LA SCALA VERSO IL CIELO
Commenti : 2
van il 01-Ago-2011 in Generica
Quando già le speranze per poter salvare Marta venivano meno,ho incontrato per caso questo scritto che mi ha aiutato a prepararmi a questa lunga ultima settimana.Dopo lunghi giorni di pioggia e di grigio,ferma,ad in incrocio di campagna,prendo il telefono e predispongo le ultime cose,quelle definitive!Sopre di mè c'è un doppio arcobaleno,immagino sia la scala,la via per salire al cielo,decido di lasciarla andare,di accompagnarla dove non sà,ma io sò che starà bene,e quando arriverà il mio di giorno,forse da quella stessa scala verrà a prendermi ed insieme cammineremo sul giallo,sul rosso e sull'indaco in una giornata d'estate.
"Quando dovrò venire a Te, mio Dio, sogno un giorno in cui la lieta
campagna si cinge di un pulviscolo luminoso.Io vorrei,così come feci
quaggiù, scegliere un sentiero per avviarmi a mio piacimento in
paradiso, dove le stelle brillano in pieno giorno. Prenderò il mio
bastone e andrò sulla strada Maestra e dirò ai miei amici asini: Io
sono Francis Jammes e vado in paradiso poiché anche l'inferno è
annientato dalla misericordia divina. Dirò: venite dolci amici del
cielo sereno,povere care bestie che scacciate tafani, api e percosse
con un brusco scarto d'orecchie. Fra questi animali voglio comparire al
Tuo cospetto. Li amo perché abbassano il capo dolcemente e si fermano
giungendo i piccoli zoccoli che muove pietà. Arriverò seguito dalla
loro miriade di orecchie,seguito da quelli che portano ceste sui
fianchi, da quelli che trascinano carrozzoni di saltimbanchi o
carrozzelle di piumini e di metallo,da quelli che portano sul dorso
bidoni ammaccati. Asine pregne come otri, dalla traballante andatura,
da quelli a cui si infilano piccole brache per celare le piaghe livide
e infette dalle mosche ostinate che si radunano a grappoli.Mio Dio fa che con questi asini io giunga a Te, fa che nella pace, angeli ci conducano verso gli erbosi ruscelli che riflettono tremule ciliege, lisce come la pelle ridente di fanciulle. E fa che in questo soggiorno di anime, chino sulle Tue Acque divine, io sia simile agli asini che specchieranno la loro umile, dolce povertà nella limpidezza dell'eterno
amore."
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