Inseguendo “spi…ragli” di giustizia e tolleranza insieme agli amici volontari di “Pantagruel”, ai margini sociali, tra gli “ultimi”, ci siamo trovati, io e due asinelle, nell’area verde del femminile di Sollicciano (il carcere di Firenze). Lì abbiamo costruito le stalle, ci portiamo il fieno, e le ragazze detenute ritrovano un contatto affettivo lontano dalle loro pene. Dietro quelle sbarre ci sono anche cinque bambini sotto i tre anni con le loro mamme, e molti altri entrano, nell’ora delle visite, per trovare i propri genitori. Per questo è stato voluto e realizzato il “giardino degli incontri”, uno spazio verde accogliente, affinché le visite per quei bambini non siano un trauma. Facile immaginare come le asinelle, in questi momenti, possano regalare serenità.
Poi ci sono gli orti biologici al maschile, ed anche qui, dal letame ai lavorini dell’orto, le due amiche dei detenuti sapranno essere molto utili.
Quando le ragazze saranno in grado di gestire le asinelle, e le persone (ed anche se stesse), fuori, dove si vive in libertà, allora potrà esserci per loro l’opportunità di una uscita per provare a prendersi cura di qualcun altro fra gli “ultimi” o, magari, di andare al mercato di Scandicci a vendere i prodotti dei loro “colleghi” ortolani.
Intanto, con Lina, ci dedichiamo ad insegnare loro come curare le asinelle e guadagnarsi la loro fiducia, e parliamo tanto della nostra visione asinina delle cose.
Da loro ho saputo che San Leonardo eremita (un Signore che rinunciò ai privilegi di un ricco casato) è il santo protettore dei detenuti, e che il re Clodoveo, per riconoscenza, donò a Leonardo, affinché costruisse la sua basilica, tutto il territorio che fosse riuscito a percorrere in groppa ad un asino!
Curiosità: San Leonardo è il patrono del paese in cui sono nato e nella sua Basilica sono stato battezzato. Non sono un credente, ma queste coincidenze mi solleticano.
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