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sulla panchina
platero il 18-Lug-2009 in Generica
al mare non vado, quest'anno. Nei momenti liberi, quando potrei prendere la bici e pedalare 6 km, su su, fino alla mia "lama" (piccolo bacino di acqua più calma) preferita del torrente, ove fare un bagno nella verde acqua e menta gelata e prendere il sole su un sasso rovente, rinuncio pensando a Pepito laggiù da solo... Invece di sandali e calzoncini infilo jeans e scarponi e corro da lui. Risultato: abbronzatura al 30%. Viso collo braccia: bruniti, il resto: avorio.Ma oggi no. Parto, attrezzata da turista da spiaggia, compreso panino, frutta e acqua, occhiali da sole, occhiali da vista e libro di Goffredo Parise(con adeguata fodera posticcia, perchè qualche muso curioso non lo sporchi - al Sillabario di Parise manca il racconto con la lettera "Z", ma intuisco che ZOZZO non suonerebbe bene...). Vado al terreno. Lì nell'arena erbosa (la chiamo arena solo per illudermi che un giorno verrà nuovamente recintata e potrò lasciarvi pascolare Pepito senza dover fare la guardia) c'è una panchina (quella che nelle foto invernali era stracarica di neve). Appoggio tutto, metto la capezza a Pepito prima di liberarlo al pascolo, e mi sistemo, quasi comoda, al sole. Pepito torna sui suoi passi, si avvicina e mi annusa in tutta la mia lunghezza, che non è molto lunga, fino ai capelli. Si accerta che quella lucertola albina sia davvero io e se ne va. Mi godo il caldo e il silenzio. Un silenzio fatto di rumori che non devo ascoltare, un sottofondo che posso ignorare o analizzare. Lo analizzo.Una serie di canti diversi di uccelli, di richiami e di audaci risposte: mi rammarico di non saperli riconoscere.La motosega: immagino chi la stia adoperando e quasi sento l’odore buono del legno tagliato a pezzi corti per la stufa.Un trattore, ma solo per pochi attimi (è quasi mezzogiorno).Il treno dell’una, che arriva e poi so che ripartirà (la stazione del vicino paese è capolinea).Un elicottero, istintivamente si spera sempre che non sia quello del 118, più stabile e con l’abitacolo ampio, più confortevole, ma solitamente utilizzato per viaggi di poco piacere.Il traffico sulla strada provinciale, che noi chiamiamo tutti “la superstrada” (hanno costruito così tante-troppe strade che abbiamo immaginato meritassero appellativi via via più importanti e superstrada- a differenza di zozzo- sembra adatto in questa gerarchia condivisa) è denso e continuo. Auto auto auto camion moto 4 tempi moto 2 tempi auto apecar auto auto moto ambulanza. A causa del voluminoso bagaglio da turista da spiaggia sono venuta giù in macchina. Mi chiedo come farò a immettermi nel nastro continuo di perle, grigie lucenti, tutte uguali e confido in un buco, una perla mancante della collana, ove potermi infilare. La giornata è bella, serena e limpida, l’aria lavata dal nubifragio di ieri, le montagne verdissime emanano frescura. Inoltre nel paese è in corso la festa annuale, che dura 10 giorni, con spettacoli, musica, mostre, golosità e, a volte, zanzare per tutti! Gente piedi e scarpe, su e giù per le nostre vie, dentro ai nostri cortili, sopra alle nostre scalinate. Di sera non si dorme, al mattino si raccolgono i resti della festa consumata, al pomeriggio ci si affretta, per portare a casa la spesa prima che la strada venga di nuovo chiusa per i banchetti e la festa. La cosa ormai un po’ mi disturba, lo spettacolo non mi sorprende più.Ma qui tutto ciò è lontano. Le auto passano oltre, dalla strada non si vede il campo verde ove Pepito pascola, ignaro degli interessi umani, e io sto ferma sdraiata al sole, immobile. Pensando. Poi mi siedo e mangio il panino. Pepito è lontano e non sente il rumore della carta che lo avvolge. Prendo il sacchetto con le prugne, solo cinque, e molto piccole. Chiamo Pepito. Più velocemente del solito arriva. Con lo sciame di moscerini. Gli dò una prugna, la mastica a lungo, poi … sputa il nocciolo! Non ci credo; rinuncio ad altra prugna e me la prende delicatamente dalla mano. Mastica un po’ e poi… sputa il nocciolo! Pepito sì, lui riesce ancora a sorprendermi.
Postato il : 19-07-2009 alle 12:47:16Complimenti per questo racconto favoloso , sei ruscita a trasmettermi le tue emozioni attraverso le descrizioni accuratamente elaborate..davvero bravissima!

Postato il : 19-07-2009 alle 21:57:30cara platero, che meraviglia, ogni giorno più ispirata.che bella sorpresa che siete, tu e pepito.tempo per fare e tempo per pensare...(non a caso nel tuo zaino c'è posto anche per G. Parise?)

Postato il : 19-07-2009 alle 22:22:14Ma la panchina non si può mettere dove c'è il passaggio a livello?Ho detto una ca..volata??

Postato il : 20-07-2009 alle 08:44:27per Gaietta: grazie per le lodi sulle mie capacità letterarie, ma farei scambio con la tua abilità nell'addestramento e con le tue conoscenze in campo equino!per Vale: ho una alimentazione variegata: cibo per lo stomaco (FONDAMENTALE!), cibo per il cuore e cibo per la mente. Pepito è al centro dei miei "appetiti" e sa saziare ognuno di essi!!!Per Raglia: potrebbe essere un'idea, ma durerebbe poco. L'erba sul ciglio non è molta e inoltre perderei il privilegio del "via dalla pazza folla"! (sebbene di treni ne passino pochi e siano spesso deserti)
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