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di : pantagruele
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Vorrei vedere il blog di :

addio
Commenti : 6
pantagruele il 02-Ago-2018 in Generica
Sono passati 11 anni da che Agnese è venuta a stare da me e ora è venuto il momento di salutarsi, probabilmente ero stato troppo ottimista, insomma, all'epoca mi sentivo giovane e non avevo fatto bene i miei conti, da allora sono successe tante cose, fallito il progetto di andare a vivere in campagna (con l'asinella a portata di mano), incidenti a ripetizione, guasti dell'età invalidanti, problemi economici e ora, anche se la decisione era già stata presa, l'orrore dell'improvvisa e tragica scomparsa di mia moglie, che chiude la porta a ogni ripensamento.
Da solo non posso farcela.
Le ho trovato una sistemazione presso una famiglia di persone giovani e in buona salute e sarà in compagnia di un altro equino.
Addio a tutti
Storie di ordinaria asinìa
Commenti : 8
pantagruele il 04-Mag-2014 in Generica
Ormai è passato un anno dall'incidente che mi ha tenuto bloccato per tre mesi e mi ha lasciato appesantito e claudicante, in grado di vedere il firmamento anche di giorno quando cambia il tempo o cammino per più di un km..
In questo periodo la "conigliona" è stata ospite di un centro ippico.
Mia moglie si è rifiutata di occuparsene e mi ha intimato di liberarmente, ma un animale, per quanto mi riguarda, è una responsabilità a vita, poichè decidi tu per lui, devi assumertela.
A fine estate potevo già pensare di occuparmene, ma nel frattempo piogge, temporali, il peso di rovi incontrollati e piccoli smottamenti avevano ridotto il recinto, privo di quotidiana manutenzione, a qualcosa di inguardabile (e soprattutto inadatto allo scopo).
Decido di fare le cose per bene, prima di riportarla a casa, sostituire i pali di legno con pali di cemento, più fitti e più alti, spostare il cancello in alto (durante un'alluvione mi è finito sott'acqua), e realizzare una nuova stalla con pavimento in cemento rialzato.
Poi succede di tutto: i pali li devo ordinare perchè li hanno tutti esauriti e arrivano dopo le ferie estive, guasti meccanici, l'auto mi pianta, poi un'alluvione rende impraticabile la carraia di accesso al fondo per tutta la durata dell'inverno più caldo e piovoso dell'ultimo secolo.
In questo periodo al centro ippico ci sono andato solo per saldare i conti, e controllare Agnese da lontano.
Bel recinto asciutto e tettoie con tetti che non gocciolano, tanto posto per muoversi e anche compagnia.
Anche se noto che i cavalli stanno da una parte e lei da sola da un'altra, e quando arriva il foraggio lei mangia isolata (altrimenti la cacciano, quei bulli con le scarpe di ferro).
Comunque la vedo ben nutrita, fa un giro anche il maniscalco a darle una sistemata, i bambini la vanno a trovare spesso, e anche gli adulti che la accudiscono si sono abituati a quell'equino che si comporta come un cane e corre loro incontro per poi galoppare in circolo ad esprimere contentezza e li saluta ragliando quando arrivano e quando se ne vanno.
Io preferisco non farmi vedere, è troppo abituata a vedermi arrivare con foraggio, acqua fresca, frutta o carote e la lunghina per le passeggiate e il pascolo.
Preferisco non deluderla.
Solo a Natale decido di farmi vedere per appurare se mi riconosce.
Entro nel recinto scansando un cavallo e la chiamo da lontano, alza le orecchie e non si muove
Mi fermo appoggiato a un palo e le faccio cenno, poi aspetto.
Poco dopo si avvicina cautamente e mi annusa da un paio di metri, le offro una mela a spicchi e sembra gradire, poi si avvicina ancora di più, comincia ad annusarmi i capelli, le orecchie e la barba, l'esame dura qualche minuto come se dovesse ricordare qualcosa che le sfugge.
Poi appoggia il testone sulla mia spalla chiudendo gli occhi.
Io ne approfitto per un esame ravvicinato: niente segni di morsi, pelo uniforme, zoccoli a posto, non è nè ingrassata nè dimagrita.
Al momento di lasciarla cerca di fermarmi tagliandomi la strada.
Poi calcia la porta del box con le anteriori e raglia disperata, vorrei portarla a fare un giretto, ma si sono persi la sua capezza e la sua lunghina e non ho nemmeno un pezzo di corda per ovviare.
Mi riprometto di tornare solo quando la potrò fare uscire.
E poi ancora piogge.
A marzo il terreno comincia ad asciugarsi e riesco a trasportare i pali con l'ausilio di un trattorino, anche così affonda quasi fino ai mozzi, arrivo fino a due terzi della strada, il resto a piedi trascinando i pali (sul braccio sinistro, dopo la frattura scomposta, non posso ancora fare affidamento), poi mezza giornata e molto lavoro con un palo da tre metri come leva per togliere dal fango trattorino e rimorchio.
E antidolorifici serali.
Seconda metà di marzo tornano le piogge e proseguiranno per tutto il mese di aprile, ma ormai il materiale l'ho trasportato e ogni ora libera è dedicata al maledetto recinto, finalmente, a metà aprile, è tutto pronto e comunico l'intenzione di portare a casa Agnese per Pasqua quando per strada ci sarà meno traffico, il centro ippico,però sarà chiuso per le feste e l'operazione slitta al 25 aprile (la liberazione!).
Le due sere precedenti la porto fuori per brucare un po' di cibo verde, nel recinto l'erba è cresciuta fino a un metro e mezzo e non vorrei le facesse male tutto ad un tratto, anche se ho potuto notare in passato che sa trattenersi
Arrivo con capezza e lunghina nuove, prevedendo che dopo un anno mettergliele sarà un rodeo e che dovrò discutere parecchio per tornare allo standard "io davanti tu segui".
Praticamente si infila la capezza da sola e dopo un'oretta si fa riportare al paddock.
La mattina fatidica la chiamo e arriva trotterellando, in mezz'ora di cammino è al recinto nuovo, solo il solito problema di impuntarsi di fronte al solco di una ruota riempito d'acqua, si fa togliere la capezza e fa il giro del recinto per controllare l'opera , le fornisco un po' di cibo secco e la lascio a brucare beatamente.
E ricomincia il solito tran tran, come non fosse passato un giorno.
Scritto con una mano sola
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pantagruele il 08-Apr-2013 in Generica
Sabato, finalmente una bella giornata, si potano gli ulivi, i primi trenta la mattina, poi altri 20 al pomeriggio, si è fatto un po' tardi, domani è domenica, lascio gli ultimi 15 e la raccolta delle ramaglie per il giorno dopo e vado a recuperare Agnese
L'ho lasciata al pascolo con una fune di lunghezza tale da salvaguardare gli alberi da frutto, gli alveari e i suoi legittimi appetiti.
Mi avvio verso il recinto con lei che mi segue quando la cagnolina ipercinetica di casa le arriva alle terga.
Per affrontarla Agnese mi sorpassa e si volta, la fune ha formato un largo cerchio attorno, per sicurezza tolgo un piede e mentre sto alzando l'altro la cagnetta scatta verso il ventre di Agnese, simulando un attacco predatorio, Agnese si esibisce in un balzo repentino di due metri con tre falcate al galoppo.
Risultato: gran divertimento e soddisfazione per la cagnetta, io mi ritrovo trascinato lateralmente, con il peso sulla gamba sinistra a una angolazione impossibile, il ginocchio con menisco rotto e legamenti più volte stirati cede, quindi il peso grava sulla caviglia con il piede storto di lato.
mi ritrovo steso a terra sull'unico pezzo di cemento in un prato di erba morbida e terreno soffice imbevuto di pioggia.
Normalmente ci ammucchio la paglia, ma ora è finita.
Agnese, pensando faccia parte del gioco, mi carica a testa bassa.
Non mi calpesterebbe mai, non fosse altro perchè ha paura di inciampare.
Comunque entra in azione il vecchio bastardone che sopporta tutto tranne che vedere i padroni in pericolo: caccia la cagnetta screanzata e si lancia contro il naso di Agnese rischiando di farmi colpire da un calcio a lui indirizzato.
Mi rimetto in piedi per rassicurarlo e mi rendo conto di essermi frantumato un polso nella caduta.
Mi appoggio a un palo della recinzione aspettando che le endorfine entrino in circolo, la caviglia è messa male, ma dentro lo scarpone allacciato stretto mi sostiene, il polso è decisamente andato, fortunatamente oggi mia moglie mi ha benedetto con la sua presenza, la chiamo al cellulare e la invito a prendersi cura di Agnese, poi mi avvio pian piano sulla carraia e poi al pronto soccorso: perone e polso sx fratturati, devo tornare tra una settimana per la riduzione, intanto completa immobilità degli arti, anticoagulanti e antiinfiammatori.
E come ha detto il portantino che mi ha accompagnato con inusitata rapidità da radiologia alla sala gessi: lei ha avuto fortuna! Avesse visto la fila che abbiamo avuto oggi!
ANIME BELLE CON CANDIDE MANINE
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pantagruele il 26-Feb-2013 in Generica
Quest'anno i miei 50 mi sono saltati addosso tutti quanti con insolita malignità; nel corso di quest'inverno il mio ginocchio sinistro è entrato in sciopero, la mia artrosi dell'anca (destra) e la lombalgia acuta si sono date il cambio.
Poi ci si è messa una caduta dal tetto stile wilcoyote per liberare il camino ostruito (non con la caduta, quella è venuta dopo).
E il maltempo insolitamente precoce con una seconda metà di novembre con neve, un dicembre eccezionalmente piovoso, un gennaio e un febbraio pure (ma dov'è finita l'alta pressione invernale?) ci ha messo del suo.

In autunno un fortunale che ha fatto smottare parte del recinto di Agnese mi ha obbligato a trasferirla anzitempo a qualche km., ospite in una proprietà altrui.
Già l'anno scorso ne avevo approfittato ma pensavo che avrei avuto il tempo di fare qualche lavoretto di sistemazione.
Niente da fare.

Sono circa 50 metri quadri attorno a una tettoia che ospitava il fieno, riparati da due siepi d'alberi, avevo gettato una soletta rialzata e in pendenza di 4 metri per tre su cui ho appoggiato un box (senza tetto). il tetto è quello della tettoia un po' più in alto.
Il pezzo di terreno (dove avevano scaricato macerie, perlopiù ciottoli di fiume di una vecchia muratura) è leggermente in pendenza , le pietre sono coperte da fanghiglia, quando piove, a causa dei residui vegetali accumulati , ci sono pozzanghere in un paio di punti che ho provato inutilmente a riempire con stabilizzato.
Attorno c'era una vecchia recinzione crollata, che ho ricoperto con rete elettrosaldata e paletti piantati molto faticosamente nel pietrame.

Lo scorso anno la neve ha fatto piegare la tettoia di lamiera ondulata, che si è bloccata a 10 cm dal box.
Diversi pali del recinto sono stati spezzati o rosicchiati da Agnese (che non a caso mia moglie chiama con il vezzeggiativo di "topona").
E la rete deformata (nel tentativo di raggiungere qualche interessante germoglio).

Comunque un miglioramento rispetto ai quartieri estivi, qua si bagna fino a metà zoccolo, quando esce dal box, là, con un tempo come questo, affonda nel terreno argilloso fino al gomito.
E la tettoia resta impermeabile, anche se con un aspetto un po' terremotato, e il box asciutto.
Mentre nella tettoia estiva ha cominciato a trasudare acqua.
Ed è riparata dai venti principali.

Pali, rete nuova, montanti e murali per sostituire copertura e recinzione sono già pronti che aspettano,.

In attesa che smetta di piovere e che i miei acciacchi mi diano tregua.

Mi ero persino preso una giornata di ferie la scorsa settimana per cominciare i lavori continuamente rimandati: l'ho passata dal veterinario e assistendo il povero Bastardone.

Acciacchi o no, e nonostante la mia azienda abbia "razionalizzato" la sua organizzazione (tagliato gli stipendi e obbligato i dipendenti a spostarsi da una sede all'altra), sono sempre riuscito a portarle quotidianamente fieno, cereali e acqua fresca, a controllarle le scarpine e a farle fare qualche sgroppata.

L'altra sera, andando all'imbrunire a darle la consueta dose di fieno, paglia, e cereali (qualche volta mele, ghiande e carrube), mi trovo davanti un doblo' fermo in mezzo alla strada, vedo il lampo di un flash venire dal recinto esterno e un tipo salire di corsa con aria furtiva.

Vengo a sapere oggi dal vicino che sono venuti dei carabinieri a controllare le condizioni in cui viene tenuta la bestiola, in seguito a segnalazione.

Il che significa che sabato, dopo essere stato dal veterinario per togliere i punti al bastardone, dovrò riportare Agnese ai quartieri estivi, cercando di sistemare in fretta e furia quella parte di recinto franata con lo smottamento dello scorso anno.

Però, non posso fare a meno di chiedermi alcune cose:

1) perchè il tipo che si è rivolto ai carabinieri non si è rivolto a me?
Io sto facendo effettivamente fatica, oltretutto vivo a 10 km da dove tengo Agnese e il tempo e le forze bastano sempre meno.
Mi avrebbe fatto comodo una mano da una persona che si interessasse tanto al benessere dell'asinella.
Non posso permettermi di pagare, ma i volontari disposti a sporcarsi le mani sono ben accetti.
2) Cosa pensava di ottenere? Fossi un allevatore professionista avrebbe ottenuto di avviarla precocemente al macello, trattandosi di un animale tenuto per motivi affettivi e non avendo modo di aumentare il mio reddito, una eventuale sanzione ridurrebbe le mie possibilità di fornirle una sistemazione adeguata,, potrei essere persino obbligato a liberarmene.
3) Sono forse un illuso ed è soltanto uno a cui dà fastidio l'odore del letame e il raglio di Agnese?

O magari mi sbaglio del tutto e quello che ho visto era un ladro che ha fotografato l'oggetto di un possibile furto per farsi fare un prezzo dal compratore?

Credo che, se voglio trovare delle risposte, dovrò fare la posta a quel doblò.
una domenica uggiosa
Commenti : 21
pantagruele il 31-Gen-2010 in Generica
Dopo qualche tentativo iniziale durante la mattina, sembrava che la neve avesse rinunciato.
Io, nel frattempo, ho sbrigato qualche faccenda in cantina, preparo le bottiglie, assaggio il sangiovese, che sembra aver perso buona parte dell'aspro ed è ormai bevibile.
Pranzo leggero, ribollita CALDA, e mi preparo ad uscire per qualche lavoretto in campagna sotto lo sguardo curioso di Agnese.
Ecco, il tempo di scaldare la minestra e fuori ha cominciato a nevicare sul serio.
Mi dico che non può durare e aspetto fino alle tre del pomeriggio.
Alle tre comincia ad aderire all'asfalto.
Decido che è meglio darsi una mossa.
Il bastardone di casa mette solo la punta del naso fuori dalla cuccia e mi guarda con una espressione del tipo "Senti capo, va bene la fedeltà, l'amore incondizionato etc. etc., ma ci sono dei limiti, converrai".
I sei km. fino al recinto non danno problemi.
Appena sceso dall'auto i fiocchi mi investono con forza, arrivando da occidente, quasi orizzontali.
I rami dei pioppi, appesantiti, scricchiolano sotto la sferza del vento.
Gli olivi sono pennacchi bianchi.
Riempio il secchio con il fioccato, la crusca e le carrube per Agnese.
E' sotto la sua tettoia e lì intendo portarglielo, ma l'abitudine è più forte del disagio.
Normalmente glielo appendo al recinto e lei lì si presenta.
Vabbeh, conoscendone l'appetito, è per poco tempo.
Rifornisco la mangiatoia (al coperto), rinnovo lo strato di paglia, cambio l'acqua dell'abbeverata.
Le pulizie le ho fatte ieri e può ancora andare.
Per tutto il tempo cammino nel fango freddo.
Se il vento fosse tramontana la neve ti scivolerebbe addosso, ti formerebbe uno strato ghiacciato sulla barba, ma non lo è.
La temperatura è ancora sopra lo zero, la neve ti si scioglie addosso e ti inzuppa, mentre il vento ti succhia via il calore.
Ed è una settimana che questa maledetta tosse non mi da' tregua.
Mi piacerebbe andare a tenere compagnia ad Agnese nel suo riparo, al sicuro da vento e neve, mentre attacca la sua razione di fieno, ma temo che la strada, di lì a poco non sia più sicura.
Così a ognuno la sua tana, arrivo a casa, mi tolgo gli abiti fradici, alimento la stufa e ci metto sopra a scaldarsi un po' di vino con garofano, cannella e miele.
IL TORRENTE
Commenti : 34
pantagruele il 13-Ott-2009 in Generica
Domenica 04/10/2009, mi alzo di buon'ora , è una bella giornata anche se le previsioni per la settimana entrante non sono delle più favorevoli.
In campagna ho tanti lavori che mi aspettano: le ultime semine autunnali (cime di rapa, fave, aglio e spinaci), la concimazione di fondo del terreno per l'anno a venire, le ultime visite pre invernamento delle api e così via.
Decido comunque di portare Agnese a fare un giretto sull'argine del torrente, le metto la capezza e la porto fuori.
Solito minuto di lotta: “vado avanti io”, “no io”, “guarda che ti do un morso!”, “vuoi una lunghina sul naso?”.
Alla fine si ristabilisce l'ordine gerarchico: io davanti nei passaggi stretti o che la spaventano, lei muso a spalla nei passaggi tranquilli.
Sparano, i colpi secchi di 2 semiautomatici e il tuonare di una doppietta di grosso calibro con cartucce con carica decisamente pesante, praticamente una spingarda.
Agnese ci si deve essere abituata, si limita ad orientare le orecchie, rallentando un po' il passo.

Dopo tante settimane di siccità il torrente è in secca e penso che questa sia l'occasione migliore per cercare di farla guadare.
C'è un punto in cui l'acqua è profonda pochi cm. e l'attraversamento agevole.
Poche centinaia di metri sull'argine, una ventina di metri ancora attraverso la fascia di bosco al cui interno scorre il fiumiciattolo e siamo al guado.

Il naso mi informa di quello che ci aspetta prima degli occhi.

Il torrente sulle cui rive ci rinfreschiamo nelle calde giornate di estate, che alimenta la falda del mio pozzo e, indirettamente, l'abbeveratoio di Agnese, in cui sguazzano cavedani, carpe e anguille e qualche gambero temerario, non c'è più.
Al suo posto una fogna a cielo aperto.
Invece dell'acqua liquame di fogna, quel liquido denso e scuro con odore di acido solfidrico che riempie di solito i pozzi neri,
Tutto tace, sulla superficie maleodorante non compaiono neanche i cerchi concentrici dei pinnuti risaliti per cercare ossigeno.
Stessa situazione per più di un km..

E' già la seconda volta che succede, l'altra volta non sapevo cosa fare, adesso sì:
telefonare al pronto intervento dei carabinieri che allerteranno i tecnici dell'agenzia regionale per l'ambiente per i prelievi e le indagini del caso.

Ho un attimo di esitazione, siamo in Italia e non posso fare a meno di pensare a rappresaglie da parte dei colpevoli.
Poi mi dico che questo modo di ragionare è alla base di molti mali di questo paese e nelle piccole e grandi cose c'è il momento in cui bisogna farsi sentire:
Telefono al 112.
Mi rimpallano ad altri due numeri.
L'ultimo non ne sa niente.
Io gli spiego ripetutamente la prassi, mentre ho l'impressione che cerchi di spingermi a lasciar perdere.
Una scocciatura di meno, insomma.
Un po' lo capisco, è domenica e in servizio sono in pochi.
Prima mi chiede se intendo sporgere querela.
Io gli spiego che si tratta di inquinamento di un fiume, acque pubbliche, e che sto segnalando un possibile reato contro il patrimonio pubblico, non sto presentando una querela di parte in quanto vittima di un comportamento delittuoso che ha arrecato danni alla mia persona o proprietà.
Cerca un'altra strada: ma è sicuro che si tratti di liquame?
Sì, puzza di liquame e ha il colore del liquame di pozzo nero.
Ma lei è un tecnico?
Non sono un tecnico ma so riconoscere la differenza tra liquame di fogna e acqua pulita.
(E qui un po' mi sono trattenuto).
Ma lei chi è? mi dia le sue generalità.
Eseguo.
Alla fine, visto che non demordo, mi assicura che manderà una automobile.
Ho un numero di telefono?
Sì, sono in mezzo alla campagna, le do quello del cellulare.
Prende?
Sì la sto chiamando dal cellulare, sono in mezzo alla campagna.
(sorvolo su altre parti della conversazione telefonica anche più surreali)

Mezz'ora dopo, avendo evidentemente approfondito la questione, mi richiama chiedendomi di aspettare i tecnici dell'Agenzia regionale per l'ambiente.
Metto Agnese al pascolo, la passeggiata rimandata a data da destinarsi.
Dopo un'oretta compaiono i tecnici: li accompagno al guado, segue analisi dell'ossigeno disciolto, ai fini del sostentamento vitale praticamente zero, poi tirano fuori le provette per i campioni, guardano il liquame e uno mi fa:
“Guardi, eviterei di prendere i campioni, se li porto al laboratorio mi infamano: “Ma non la riconosci da solo? E' m#$&a!”

Il giorno dopo torneranno per rintracciare la fonte.
Gli scarichi fognari della zona dovrebbero essere tutti allacciati al depuratore, quindi si tratta di uno scarico abusivo o di un malfunzionamento della rete fognaria.
Aspetto le conclusioni.
Le violente piogge degli ultimi giorni hanno dato una bella ripulita ma ci vorrà tutta una stagione di piogge invernali e piene primaverili per rivedere gli abitanti del torrente, e forse non basterà.
Si è fatto tardi, riporto Agnese al recinto e la coccolo un po', sarà per un'altra volta :(
la sto trascurando?
Commenti : 14
pantagruele il 01-Ott-2009 in Generica
Occhei, tutti a scrivere di quanto vogliamo bene ai ns. asini e di quanto li trattiamo bene.
Io, un po', mi sento in colpa, invece.
Agnese sta a qualche km. Dal mio appartamento, io lavoro otto ore circa per cinque giorni alla settimana.
Poi devo occuparmi delle api (l'alveare orfano ha una regina nuova e feconda, nonostante la stagione avanzata,com'è bella!), della vigna, dell'orto, del pascolo, degli ulivi, della cantina.
Ormai riesco solo a passare non più di 1 ora con lei, darle il foraggio, l'acqua fresca, qualche leccornia dall'orto, fare le pulizie.
E' da questa estate che non la porto a passeggio e l'altro giorno ha cercato di farmi capire che così non va.
O almeno la mia cattiva coscienza me l'ha fatto credere.
I figli del vicino hanno ormai traccaito un sentiero fino al suo recinto e quindi, alla fine, non si annoia più di tanto.
Mio padre non riesce a starle lontano, nonostante vada per gli 80.
Più di una volta, arrivando trafelato, lo trovo fuori dal recinto, seduto su una seggiola pieghevole, che la guarda pascolare.
E adesso che l'erba non è al suo massimo, lei mangiucchia qualche stelo a non più di un metro da lui, con gli occhi socchiusi.
Si guardano e si sorridono.
In silenzio.
O almeno così mi pare.
camillo in offerta
Commenti : 4
pantagruele il 11-Ago-2009 in Generica
Al ritorno dalle vacanze sono stato contattato da praticamente tutti i vicini nel raggio di 500 mt. che erano stati avvicinati da un tale che mi cercava.
Trattavasi di colui che mi vendette Agnese.
Pare avesse un altro asino da piazzare.
Considerata l'insistenza, la trasferta e il lavoro di intelligence per rintracciarmi, mi è venuto il sospetto che l'acquisto di Agnese non sia stato un gran affare per me.
O perlomeno il soggetto era di quest'idea.
Contemporaneamente era riuscito a rimediare il mio n. di telefono e a contattarmi direttamente.
Questa l'offerta:
1) “ho per le mani un bellissimo stallone che ti posso dare per la monta a poco prezzo”
“no grazie, non pensavo di farla coprire quest'anno, e comunque la stagione è un po' avanzata”
2) “perchè non lo prendi per farle compagnia? Ti faccio bene” “in caso non pensavo a un maschio intero, comunque vengo a dargli un'occhiata appena mi libero, senza impegno, va bene?”

Stasera inforco la vespa e mi sciroppo 15 km di strada secondaria (c'è anche quella a 4 corsie ma il traffico è infernale) per visionare l'animale.

Trovo l'astuto commerciante in un incolto dove tiene due asine gravide.

Mi spiega che lo stallone l'ha preso per coprire una delle due che sta per sgravare, lo tiene un mesetto, ma il titolare l'ha autorizzato a venderlo se trova un acquirente.

Mi dice anche molte altre cose che so non corrispondere al vero, ma è un commerciante di vecchio stampo: giurerebbe il falso sulla testa di sua madre pur di vendere qualcosa.
Basta saperlo e regolarsi.

Dopo essersi lamentato del costo della donna di servizio russa ed essersi informato se conoscessi qualche vedova disposta a prenderselo sul gobbo, mi mostra il campione.

Io mi aspettavo un asino un po' più grande dell'Agnese e mi trovo di fronte a uno stalloncino di taglia medio piccola.

L'animale sembra complessivamente in buona salute, con l'eccezione dei piedi posteriori: al posto degli zoccoli ha due ciabatte di 30 cm..
E io che mi sento in colpa perchè d'inverno Agnese li consuma male!

L'animale non scalcia, non morde e sembra piuttosto timido, il venditore dice che ha tre anni, non sono in grado di confermarlo, ma senz'altro si tratta di una bestia giovane.

L'aria un po' spaventata è una caratteristica degli animali del posto.

Uscendo ho provato ad avvicinare la presunta madre di Agnese, ma quella si sottraeva.
Finchè non è arrivato il padrone.
Allora ha cominciato proprio a scappare.

Se qualcuno fosse interessato a Camillo, asinello di 1,10 m. al garrese, circa, intero e bisognoso di un maniscalco, è visibile a Casale di San Vito (RN) il prezzo richiesto attorno ai 450 euro, ma ritengo che si possa calare ancora.
L'animale è microchippato, con passaporto e coggins test effettuato.
Nella mia galleria posto due sue foto.
Posso fornire, a richiesta, il recapito telefonico del suo attuale possessore
.
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