Roma Per composizione è simile a quello materno e più gradevole per sapore di quello industriale. È il latte d’asina, ideale per allattare i bambini allergici. Ogni anno, infatti, solo in Italia nascono circa quindicimila bambini con gravi intolleranze al latte bovino o artificiale, e quando a ciò si abbina la mancanza di latte materno non c’è che il latte d’asina per assicurare la sopravvivenza del neonato. Proprio l’ausilio del latte d’asina nelle allergie nei bambini e il suo crescente uso in medicina e in cosmesi hanno riportato l’attenzione su questo antico elemento facendo salire a quota 5mila gli esemplari del simpatico equino salvati dal rischio d’estinzione dopo l’allarme lanciato dalla Fao. È quanto è emerso ieri nel magnifico scenario di Palazzo Rospigliosi a Roma nel corso dell’incontro promosso dalla Coldiretti e dal Consorzio Allevasini con il patrocinio del Senato della Repubblica e del Ministero della Salute. «Le proprietà cosmetiche e nutrizionali del latte d’asina erano note già dai tempi degli antichi romani – ha precisato Coldiretti - e oggi riscontrano un nuovo interesse per le caratteristiche prossime al latte materno di cui costituisce un valido sostituto e molto spesso l’unica salvezza per i neonati affetti da intolleranza al lattosio».
Insieme a dati e analisi sulla crescita del settore, sono stati allestiti appositi spazi per la presentazione dei diversi prodotti derivati dal latte d’asina ed è stata offerta l’opportunità, soprattutto ai bambini presenti con le mamme, di fare conoscenza con il simpatico equino e i suoi cuccioli che, dopo secoli, sono tornati nel centro dell’antica Roma. La manifestazione è stata introdotta da una tavola rotonda a cui sono intervenuti Sergio Marini, presidente Coldiretti, il professor Giovanni Cavagli, responsabile allergologia ospedale pediatrico Bambin Gesù, Eugenio Milonis, presidente consorzio Allevasini, Gian Paolo Patta, sottosegretario ministero della Salute e il professor Giuseppe Rotilio, presidente società italiana biochimica e preside del corso di laurea specialistica in Scienze della Nutrizione. In Italia – ha sottolineato la Coldiretti - sono oggi allevati poco meno di cinquemila asini in circa 200 allevamenti con in media circa 15-20 animali in lattazione a rotazione, anche se non mancano 3 o 4 strutture che ne allevano ciascuna un centinaio. La maggiore concentrazione delle aziende che allevano asini – ha proseguito la Coldiretti - si trova in Sicilia (70-80 aziende) e in Abruzzo (10-20 aziende) mentre le razze italiane particolarmente idonee alla produzione di latte sono l’Amiatina (Toscana, con circa mille animali), Martina Franca (Puglia, con poco più di trecento animali) e Ragusana (Sicilia, con più di millecinquecento animali).
Un appuntamento, quello di ieri, dunque, per far conoscere e promuovere in Italia il latte d’asina offerto da un numero crescente di aziende, presenti soprattutto nelle aree interne, che hanno riscoperto questa forma di allevamento. Un’attenzione che ha portato, lo scorso anno, alla costituzione del Consorzio Nazionale Allevatori di Asini denominato “Allevasini”. Il Consorzio, Ideato e promosso da Sinergie/Asinomania e dalla società Onos s.r.l. con il patrocinio e il sostegno della Coldiretti e dell’Aia, ha come scopo la salvaguardia delle razze asinine e la valorizzazione dell’asino in programmi di nuove utilizzazioni di interesse sociale ed economico, quali, solo per fare alcuni esempi, il latte d’asina, l’onoterapia, l’onoturismo e l’onodidattica.
Anna Leila Marino
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