Martina Franca, nella masseria
della Regione muoiono gli asini
MARTINA FRANCA - Mentre i custodi della masseria Russoli, ai quali è ormai impedito di avvicinarsi agli asini che si trovano in quel centro, segnalano il decesso di un altro asino avvenuto nel fine settimana, ecco che su un blog, in internet, interviene Vito Ricci. Si tratta del veterinario che cura gli asini della masseria Russoli, e che al cronista aveva raccontato a voce della buona condizione complessiva degli animali, ma nell’agosto del 2007 aveva manoscritto un certificato in cui parlava di inedia, deperimento organico, problemi di deambulazione causa eccessiva debolezza, rachitismo, fra le altre cose, a carico di quegli asini.
Ora, a distanza di settimane in cui si è scatenato il caso-Russoli, Ricci dice che “il certificato del 24 agosto 2007 faceva riferimento alla situazione degli asini in quel preciso periodo. Si giunse a tale situazione, in quanto, nell´azienda in questione, era in corso un progetto di mappatura genetica delle linee familiari asinine; pertanto non fu possibile, per motivi di studio, vendere gli asini in esubero non in selezione.
Le esigenze alimentari, quindi, crebbero notevolmente e dal momento che l´inverno precedente (2006-2007) fu un anno molto siccitoso, gli animali risentirono di un pascolo carente e di conseguenza, di un´alimentazione incompleta nonostante l´integrazione con fieno e mangime. Successivamente, grazie all´intervento diretto della Regione Puglia (ufficio incremento ippico di Taranto e Foggia) che dal 2008 si occupa della conduzione del centro, si è avuto un netto miglioramento della situazione”.
Insomma, secondo il veterinario, oggi è tutto ok, o quasi. “La Regione ha ottemperato al piano sanitario per il benessere degli asini, mettendo a disposizione due veterinari. Grazie a questo tipo di conduzione, si è potuto portare a termine il piano di anagrafe e gli adeguamenti sanitari obbligatori con la collaborazione della Asl Ta/1. Ad oggi la popolazione asinina si presenta in una condizione generale buona, anche se come in tutti gli allevamenti allo stato semi-brado e di una certa consistenza numerica, si nota una variabilità nelle condizioni dei singoli soggetti (età, numero di soggetti singoli gruppi, scala gerarchica, ecc).
Situazioni accentuate ancor più dalle eccezionali condizioni climatiche caratterizzate da abbondantissima pioggia e neve che hanno provocato non pochi problemi alla gestione dell’allevamento”. Insomma va tutto bene, secondo il veterinario. Ah, domandina: c'è qualche registro di carico e scarico degli asini? Qualcuno, dell’attuale gestione, può esibirlo? Serve per documentare quanto accaduto, e quanto accade, nell’azienda. Ci sarà sicuramente. O no?
11/3/2009
Fonte : http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/ |