E' una delle novità terapeutiche per i ragazzi del Centro di riabilitazione equestre di Villa Buon Respiro.
La struttura, prima nella provincia di Viterbo, ha da poco inaugurato il “Progetto onoterapia”, con l’obiettivo di avvicinare i giovani pazienti disabili agli asini.
Secondo gli esperti infatti l’asino è un animale docile e duttile, che riesce ad instaurare subito un canale empatico con chi lo avvicina, adattandosi benissimo alle patologie psicomotorie e mentali.
Attraverso l’interazione con l’asino si intende favorire l’inserimento sociale del soggetto e svilupparne le potenzialità, come il carattere, le attività cognitive, il linguaggio, la comunicazione.
"Abbiamo deciso di avviare questo progetto sperimentale di riabilitazione attraverso l’asino - spiega la dottoressa Daniela Zoppi, responsabile del Centro - perché possiede spiccate doti di comunicatività, affettuosità, curiosità stimolante e ricerca di interazione.
Ci siamo resi conto che l’asino, grazie alle sue caratteristiche, poteva avvicinare con più facilità soggetti in cui la malattia si manifesta in una forma più grave".
Il termine opoterapia prende origine dal greco “onos”, asino, appunto.
L’onoterapia è stata introdotta recentemente i Italia ed è praticata da pochi centri di avanguardia. Fa parte della pet therapy nata tra gli anni 80-90, cioè della cura attraverso l’utilizzo degli animali, già molto diffusa in Francia, Stati Uniti e Svizzera.
Durante questo periodo infatti gli asini stavano scomparendo e fu lanciata una campagna per salvare questo animale.
Ben presto se ne scoprirono i pregi e la popolazione asinina ricominciò a crescere. Si cominciò a produrre latte di asina, a praticare attività ludiche ed infine si comprese che l’asino poteva anche essere utilizzato per la riabilitazione di bambini disabili.
"Noi pratichiamo da anni l’ippoterapia – continua la dottoressa - che si incentra sulle stesse modalità dell’onoterapia. Tuttavia il cavallo è meno docile dell’asino, dunque non è adatto a tutti i pazienti.
I ragazzi che abbiamo indirizzato all’onoterapia soffrono infatti di forme di disabilità più gravi, come l’autismo, le malattie mentali, i disturbi comportamentali o la cecità".
Di qui la scelta dell’asino, un animale di taglia media, morbido, estremamente docile, affettuoso, paziente, dall’andatura monotona e lenta e che rende piacevole il contatto fisico. Caratteristiche dell’animale che favoriscono situazioni facilmente gestibili dal paziente, dandogli stimoli e motivazioni.
"Le attività con l’asino - continua la dottoressa Zoppi - si basano sul gioco e sulla spontaneità e creano un ambiente sereno e stimolante. Ciò permette ai nostri ragazzi di superare le loro difficoltà e di non soffrire lo stress della valutazione e del giudizio altrui.
In particolare - conclude - l’approccio con l’asino determina la rivalutazione del sé, accresce l’autostima e attenua il disagio della persona gravemente disabile».
Fonte : http://www.tusciaweb.it |